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Benvenuti al sud

Il paragone tra il mezzogiorno ed il nord Italia è sempre o quasi sempre a favore del secondo se si parla di economia. Oggi invece vogliamo raccontare la favola di un sud che negli ultimi due anni ha ribaltato i pronostici crescendo dello 0,3% in più rispetto al Centro Nord. Il traguardo è stato raggiunto grazie ad un settore quello dell’agricoltura che ha visto un’inversione di interesse, con giovani e meno giovani che stanno ritornando nei campi, complice l’idea di una vita più semplice ed un lavoro quello nei campi che sembra offrire più possibilità e meno problemi del classico lavoro d’ufficio.

Cresce quindi la produzione Dop e Doc, con una nuova imprenditoria che fa della qualità il punto di forza, puntando su attività come agriturismi o semplicemente eco sostenibili come cura di parchi, energia rinnovabile. Ai più attenti sembrerà una sciocchezza attribuire tanta importanza a 3 punti decimali, ma è un indice emerso dal rapporto Ismea Svimez, che mostra un’inversione di tendenza, di una situazione che durava decenni, e che vedeva il sud arrancare sempre nei confronti di un nord industriale e produttivo.

La crescita del Mezzogiorno

In pratica, nell’ultimo anno la crescita occupazionale ha raggiunto quasi il 13% nel Sud, con un calo sensibile della disoccupazione giovanile e un aumento in investimenti ed esportazioni. Più di 20000 nuove aziende agricole nate nel 2016, tutte under 30. Giovani alla ricerca di un nuovo stile di vita, più a contatto con la natura e che tende a valorizzare un territorio che ha sempre dato tanto ai contadini.

A guidare la rinascita del sud, Calabria e Campania, almeno nel settore agroalimentare, e la Puglia a seguire ed a guidare la classifica delle regioni cresciute nell’ambito del turismo. Innovazione ed idee che sposano energie sostenibili, questi i segreti della rinascita del mezzogiorno, complice anche la crisi che ha intaccato il sistema capitalista lasciando poco spazio ad altre strade imprenditoriali.

mezzogiorno giovani e terraIl problema in termini di costanza nello sviluppo e crescita è nel ricambio generazionale. Anche se l’imprenditoria giovanile cresce, c’è bisogno di un supporto da parte dello stato che è mancato almeno al sud nell’ultimo ventennio, ed a cui si sta cercando di rispondere con nuove politiche a sostegno dei giovani, come tagli alle tasse e pratiche burocratiche snellite per velocizzare i processi di creazione di imprese ed agevolare le idee dei tanti giovani con fame di vivere una vita dignitosa. Il ritorno all’agricoltura come fonte di vita è un segno positivo, un elemento di speranza in più per far ripartire l’occupazione e ridare al mezzogiorno quella dignità che ha smarrito per decenni. I giovani oggi, con la sfrontata passione di un tempo, sanno di avere nella natura un alleato forte, con idee innovative ed ambizione, senza le barriere della burocrazia, possono investire su sé stessi e crearsi un futuro.

Questo rafforza anche il dato che vede nel 2016, le iscrizioni alle università agrarie in forte aumento rispetto al decennio trascorso, con un incremento del 22%. E se parliamo di occupazione, il lavoro giovanile nel settore agricolo è balzato del 12% sul territorio italiano e del 13% nel mezzogiorno, mostrando anche la crescita nel lavoro full time di un + 15%.

Dati che fanno ben sperare e che mostrano come le nuove generazioni in un epoca di cambiamenti e di grandi problemi occupazionali, siano disposte a fare un passo indietro e non seguire la spietata legge del capitalismo, ma come in nel rinascimento, sogni e speranze si fondano con le risorse di una terra, quella italiana che anche dopo tanti sfregi, ha ancora tanto da offrire.

 

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